A native of Bologna who trained initially in sculpting stucco and terracotta, Alessandro Algardi moved to Rome in 1625 and was based there for the rest of his life. After working as a restorer of antique marbles, he gradually attracted church and private patronage – often through Bolognese connections – for his own sculptures. It was under the papacy of Innocent X Pamphilj (reigned 1644–55) that Algardi achieved his greatest success as an artist, undertaking numerous portrait commissions, monumental religious sculptures, and architectural projects.
In his 1672 biography of Francois Duquesnoy (c. 1597–1643), a Flemish sculptor working in Rome at the same time as Algardi, Giovanni Pietro Bellori ascribed to Duquesnoy the creation of a ‘Christ being flagellated on the column by two Hebrew men, who beat him cruelly’. Bellori’s attribution long caused a problem with regard to the numerous Italian three-figure Flagellation statuette groupings (most of them cast in bronze) that have survived from the middle decades of the seventeenth century and that have traditionally been ascribed to Algardi. Through careful study of these Flagellations, Jennifer Montagu, in her monograph Alessandro Algardi (1985), separated them into two distinct types. While the figure of Christ remains the same in all known groupings, there are two differing sets of the men who raise their whips against him as he awaits the Crucifixion. One of these sets shows the flagellators as robust and muscular, whereas in the other they are more graceful and relaxed. Montagu argued convincingly that Bellori’s account shed light on only the second part of the Flagellation’s genesis, and that it was Algardi who invented the grouping, modelling each of the figures with crisp muscular tension; later, for reasons unknown, Duquesnoy softened the overall concept by flanking the Christ figure with more gently elegant flagellators.
The NGV’s Flagellation is an early silver casting of quality, with all three figures designed by Algardi. Silver statuettes dating from the seventeenth century are comparatively rare, silver being frequently melted down in times of war or need. In the case of the Melbourne grouping, the draperies are also individual castings, which have been attached separately.
Ted Gott, Senior Curator, International Art, National Gallery of Victoria
Nativo di Bologna, formatosi inizialmente nella scultura di stucchi e terrecotte, Alessandro Algardi si trasferì a Roma nel 1625 e vi rimase per il resto della sua vita. Dopo aver lavorato come restauratore di marmi antichi, attirò gradualmente il mecenatismo ecclesiastico e privato, spesso grazie a legami bolognesi, per la realizzazione delle proprie sculture. Fu sotto il pontificato di Innocenzo X Pamphilj (in carica tra ll 1644e il55) che Algardi raggiunse il suo massimo successo come artista, intraprendendo numerose commissioni di ritratti, sculture religiose monumentali e progetti architettonici.
Nella sua biografia del 1672 di Francois Duquesnoy (ca. 1597-1643), uno scultore fiammingo attivo a Roma nello stesso periodo di Algardi, Giovanni Pietro Bellori attribuisce a Duquesnoy la creazione di un “Cristo che viene flagellato sulla colonna da due uomini ebrei, che lo picchiano crudelmente”. L’attribuzione di Bellori creò a lungo un problema rispetto ai numerosi gruppi statuari italiani a tre figure della Flagellazione (per lo più fusi in bronzo) che sono sopravvissuti a partire dai decenni centrali del Seicento e tradizionalmente attribuiti all’Algardi. Attraverso un attento studio di queste Flagellazioni, Jennifer Montagu, nella sua monografia Alessandro Algardi (1985), le ha separate in due tipi distinti. Mentre la figura di Cristo rimane la stessa in tutti i raggruppamenti conosciuti, ci sono due serie diverse di uomini che alzano le loro fruste contro di lui in attesa della crocifissione. Una di queste serie mostra i flagellatori come robusti e muscolosi, mentre nell’altra sono più aggraziati e rilassati. Montagu ha sostenuto in modo convincente che il racconto di Bellori fa luce solo sulla seconda parte della genesi della Flagellazione, e che fu Algardi a inventare il raggruppamento, modellando ciascuna delle figure con una nitida tensione muscolare. In seguito, per ragioni sconosciute, Duquesnoy ammorbidì il concetto complessivo affiancando alla figura di Cristo dei flagellatori di più soave eleganza.
La Flagellazione della NGV è una prima fusione in argento di qualità, con tutte e tre le figure disegnate da Algardi. Le statuette d’argento risalenti al XVII secolo sono relativamente rare, poiché l’argento veniva spesso fuso in tempi di guerra o di necessità. Nel caso del gruppo scultoreo esposto a Melbourne, i drappeggi rappresentano anch’essi fusioni individuali, che sono stati fissati separatamente.
Ted Gott, Curatore Senior, Arte Internazionale, National Gallery of Victoria
Alessandro ALGARDI
Flagellation group (c. 1635-1640)
silver, painted wood
(a-d) 27.5 x 44.7 x 14.2 cm (overall)
National Gallery of Victoria, Melbourne
Felton Bequest, 1974
D49.a-d-1974